La sublimazione dell'emergenza

 

Pisciare è importante. Accidenti lo so, mica sto sostenendo il contrario. Ci stavo pensando qualche tempo fa, inchiodato alla poltrona durante un'asta selvaggia al mercato di riparazione del fantacalcio. Presente, vero? Il timer che scorre e tutti che rialzano per quel giocatore che tanto desideri per la tua squadra. Assentarti non puoi, nel modo più assoluto. Vabbè, non divaghiamo. Però andare in bagno quando ne hai la necessità è un qualcosa che si deve fare, per evitarci problemi. Ed è anche per questo che ci sono i bar. Metti di essere per la strada: ti scappa, proprio non riesci a tenerla, ti sforzi, ma no, proprio non ci riesci. Che fai? Ti butti nel primo bar aperto che ti capita a tiro, ordini un caffè e finalmente ti rinchiudi in bagno. Facile in tempi normali, ma in questi tempi capovolti di facile non c'è nulla, neppure pisciare in un bar. Perché prima ancora di trovare il bar devi essere nel colore giusto, altrimenti puoi anche evitarti la ricerca tanto di bar aperti non ne troverai. Ed è un bel problema, ne converrai.

E allora hai voglia a cantare a squarciagola che coi bar che son chiusi al primo autogrill c'è chi festeggerà, devi metterti in auto, entrare in autostrada e arrivare al primo autogrill. Roba che se davvero ti scappa – e ti scappa, fidati – finisce che te la fai addosso e poi ci perdi una piccola fortuna all'autolavaggio. Comunque. Coi bar che son chiusi nelle zonerosse e zonearancioni in questi tempi capovolti capisci bene che se ti scappa mica è facile dare soddisfazione alla vescica. Mica puoi suonare a casa di qualcuno e chiedergli se puoi andare a pisciare nel suo bagno, ti pare?

E allora è proprio in questi tempi capovolti, che stiamo facendo diventare il nostro tempo, che li vedi sempre più spesso, soprattutto là dove la città sfuma nella campagna, con il favore dei campi e degli alberi. Li vedi a bordo della loro Pandina abbordare timidi il ciglio delle strade semi deserte, spegnere il motore e scendere. Scoccare sguardi a destra e sinistra, sincerarsi che nessuno accenni alla condivisione di quel loro momento di piacevolezza e quindi aprire la patta dei pantaloni e finalmente prendersi la meritata libertà, magari cullandosi pure taccopunta al dolce suono dello zampillo sulle foglie secche. Che poi se ci pensi bene li avrai visti anche tu, dai. Sono gli stessi anziani che in estate canottiera d'ordinanza e braghette inguinali se ne vanno a spasso con la radio a tutto volume. A far concorrenza ai ragazzini trappisti, per intenderci. Sempre loro, boomers-che-non-ce-l'hanno-fatta dalla vescica debole con un'allergia all'uso degli auricolari che non ti dico.

Ecco, di questi tempi capovolti, chissà, in un lontano futuro magari mi resterà solo questo.

Poteva andarmi peggio, ma anche molto meglio.


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