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Visualizzazione dei post da marzo, 2021

Le fucilazioni del 3 maggio

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FRANCISCO GOYA - olio su tela; m. 2,66 X 3,45. Madrid, Museo del Prado   Musica: End Game - Kevin Toth & The Misfit Game La mia mano sulla porta, il legno caldo di casa mia. Batte forte il cuore, batte… L’invasore, i miei campi, le lacrime sudate su questa terra, su questo grano che fra pochi mesi sarà oro sotto il sole. Nulla è più mio, nulla nostro, nemmeno questa rabbia, questo tremito che ho dentro, nemmeno i tuoi occhi, amore mio, nemmeno questo tuo sorriso. Tutto ci è tolto, tutto strappato. Non posso piegarmi, non posso rinunciare, capiscimi, se puoi. La mano si stacca piano dal legno dolce dello stipite. Rientro, un’ultima volta ritorno sui miei passi. Tu dormi, e nel sonno sorridi piano. Un bacio, un ultimo bacio. Il morbido sapore delle tue labbra, il tuo respiro tranquillo sul mio volto, il calore delle tue guance. Un’onda di sole mi perfora il petto, una gioia acre e violenta: vorrei strappare questo cuore, ora, e lasciartelo per quel risveglio di dolore che t’attende.

La sublimazione dell'emergenza

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  Pisciare è importante. Accidenti lo so, mica sto sostenendo il contrario. Ci stavo pensando qualche tempo fa, inchiodato alla poltrona durante un'asta selvaggia al mercato di riparazione del fantacalcio . Presente, vero? Il timer che scorre e tutti che rialzano per quel giocatore che tanto desideri per la tua squadra. Assentarti non puoi, nel modo più assoluto. Vabbè, non divaghiamo. Però andare in bagno quando ne hai la necessità è un qualcosa che si deve fare, per evitarci problemi. Ed è anche per questo che ci sono i bar. Metti di essere per la strada: ti scappa, proprio non riesci a tenerla, ti sforzi, ma no, proprio non ci riesci. Che fai? Ti butti nel primo bar aperto che ti capita a tiro, ordini un caffè e finalmente ti rinchiudi in bagno. Facile in tempi normali, ma in questi tempi capovolti di facile non c'è nulla, neppure pisciare in un bar. Perché prima ancora di trovare il bar devi essere nel colore giusto , altrimenti puoi anche evitarti la ricerca tanto di bar

L' odore della palestra

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  La partita dei bambini è finita. Sciamano fuori, colorati e sghignazzanti. Dietro di loro, un codazzo di genitori si addentra nel caos di magliette, accappatoi e asciugacapelli appesi al muro. Lo spogliatoio, per almeno mezzora, sarà un girone dantesco. Nella palestra restiamo solo io e qualche altro parente, intento a scrutare il display del telefono. E’ un’anonima domenica pomeriggio, nessun altro allenamento o partita. C’è un silenzio polveroso e pieno di riverbero. Faccio qualche timido passo oltre la linea del campo da basket. Ho le scarpe pulite, nessuno mi arresterà per aver insozzato il sacro suolo ginnico. Avanzo piano fino al cesto dei palloni. Prendo il Mikasa giallo e blu, lo soppeso. Lo avvicino al volto. Lo annuso. Ogni sport ha il suo odore. Anche se si svolgono nello stesso luogo, sugli stessi terreni. Sono abbastanza sicuro che il calcio e il rugby, così simili, abbiano odori diversi. Di certo la pallavolo non ha l’odore del basket. Non chiedetemi come si capisce la

Nudo di donna davanti allo specchio

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  Henry De Toulouse Lautrec, 1897, Olio su cartone, 63x48 cm. - New York, Collezione Haupt   Musica: Gymnopedie n.1 - Eric Satie L’aria, all’esterno è tagliente, il grande freddo avvinghia la città; all’interno un tepore lieve riscalda le piccole stanze dell’appartamento. Sei ancora bella, lo sai. Sei desiderata, amata, e questo ti fa sentire bene, ti fa sentire viva. Accarezzi lieve le tue gambe, ancora ben tornite, gradevoli al tatto: sorridi, compiaciuta di quella che sei, dei capelli corvini che scendono appena sulle tue spalle. Lo specchio, davanti a te, rimanda i tuoi seni, ancora l’oggetto dei desideri dei tanti uomini che hanno sognato e sognano di te. Il biglietto da visita del tuo tempo. Il pomeriggio ancora non vuole cedere il passo alla notte, c’è solo questo cielo cupo ad avvolgere il cemento della città. Illude il tempo, ripropone la stessa scena da sempre, ma da sempre sono i particolari a cambiare. E cambiando fanno avanzare il tempo. Ingannandoci in continuazione cerch