Prigionieri del Primo Grado



Succede molto spesso, credo. Pubblichi un libro con una CE piccola ma seria. Fai il possibile per promuoverlo tramite social ecc. Lo leggono un sacco di persone del "primo grado di separazione": amici, parenti, conoscenti, colleghi, ma anche qualche blogger a cui l'hai mandato per una recensione. I feedback sono tutti, nessuno escluso, molto positivi. 

Eppure, passano i mesi e il libro non vende. Evidentemente non si è innescato il passaparola, unico veicolo per far emergere il titolo di un piccolo editore dal limbo dei millemila che escono ogni anno.
Forse il libro non è un gran che. O magari è anche buono, ma non abbastanza da generare in un numero sufficiente di persone l'entusiasmo che porta a regalarlo e consigliarlo. E tu, autore, resti lì a chiederti: cos'è che non funziona? Che cosa manca?
Perché i feedback del primo grado, anche i più sinceri, sono dati pensando a te, che sei il papà del libro. Mica vai a dire a un padre che suo figlio è 'na schifezza... Quindi diventano indulgenti, enfatizzano i pregi e smussano i problemi. E chi proprio non apprezza in genere sceglie il silenzio. Perché dare un feedback negativo non richiesto è difficile e pericoloso per la relazione.

Ma l'autore cosa può fare per arrivare almeno al secondo grado di separazione? Per definizione, se si muove in prima persona, anche verso sconosciuti, ricade nelle dinamiche del primo grado.
Così, quando qualcuno ti chiede: come va il libro? Devi rispondere "male". Perché? Non lo so.
Ci sarebbe tanto bisogno di qualcuno che - anche professionalmente - facesse da "mediatore", che raccogliesse ritorni sinceri da parte di persone che non hanno alcun contatto con l'autore, e poi glieli riportasse in forma anonima. Ma quanti sono gli autori che vogliono, sinceramente, andare in cerca di stroncature? E, soprattutto, a chi può interessare fare un lavoro del genere?
Così all'autore non resta che assistere, mestamente, alla scomparsa del suo capolavoro, eliminato senza sconfitte dalla spietata competizione della lettura.

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